
Dilemma pannolini: a me Amleto fa davvero un baffo! Come tutte le mamme che si rispettino anche io ho vissuto l'incubo pannolino, e devo confessare che l'ho vissuto già prima degli esordi da genitrice. Non che dopo la nascita del mio piccolo Andrea le perplessità e le domande siano diminuite... quelle non finiranno mai, perché mai si finirà d'imparare con o senza pannolini ad arroventarmi la testa.
I miei voli mentali prendevano forma dai dilemmi più stupidi, partivano dalla scelta dei pannolini per neonato più adatti al mio futuro pargoletto, passavano attraverso quali pannolini ecologici scegliere per arrivare alla “decisione delle decisioni”, ovvero alla scelta tra i pannolini lavabili e quelli usa e getta. Alla fine io ho optato per i pannolini lavabili, e lo ho fatto perché questo tipo di pannolino non arreca allergie e arrossamenti ai nostri piccoli. In breve questo tipo di panno è un grande alleato contro tutte quelle irritazioni causate dai pannoloni per bebè usa e getta.
A ogni modo, tutto questo giro mentale mi ha portato anche a risparmiare parecchi soldi e a compiere una scelta ecologica che mi riempie d'orgoglio, dal momento che sono una ferrea alleata della sostenibilità! I pannolini lavabili sono infatti un vero e proprio investimento: essendo adattabili a diverse taglie e lavabili permettono a noi mamme di allargarli e di stringerli a seconda delle nostre esigenze, anzi a seconda elle esigenze del nostro piccolo ometto!
In questo rincorrersi di scelte, però, devo confessarvi che il mio incubo più mostruoso era l'odore del pannolino... Per combattere i sentori poco piacevoli ho adottato il trucco della mia dirimpettaia Carlotta: ogni volta che cambio il mio piccolino spolverizzo un po' di bicarbonato di sodio nel suo pannolino, chiaramente non lo spolverizzo direttamente sul suo culetto, a meno che io non gli stia per fare il suo abituale bagnetto. Il risultato è incredibile: il bicarbonato di sodio attenua notevolmente l'odore dell'urina neutralizzandone l'acidità! Provatelo anche voi!
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Nei precedenti articoli abbiamo preparato diversi trattamenti, utilizzando la zucca e anche questa volta, la protagonista è lei. Infatti, in questa nuova guida di oggi, vi guideremo nella preparazione di uno scrub naturale per il corpo con lo stesso ingrediente. Pulire in profondità la pelle è importantissimo, perché i depositi e gli accumuli delle cellule morte, influiscono peggiorando lo state di salute e di bellezza dell'epidermide del corpo.
Scrub per il corpo alla zucca
Vi occorrono:
3 cucchiai di zucca
2 cucchiai di olio extra vergine
2 cucchiai di zucchero di canna
Dovete semplicemente prendere i 3 cucchiai di zucca eliminando i semi, metterli in una ciotola e con una forchetta schiacciarli in modo da ottenere un risultato simile ad una poltiglia. A questo punto aggiungete i 2 cucchiai di olio extra vergine e i 2 cucchiai di zucchero di canna, procedendo nuovamente mescolando con cura questi ingredienti tra di loro.
Ora, mettetevi sotto la doccia e con acqua tiepida inumidite la pelle del corpo. Iniziate l'applicazione del vostro scrub alla zucca, effettuando un massaggio per circa 5 minuti in modo intenso, ma senza esagerare (la pressione troppo intensa dello zucchero di canna potrebbe irritare la pelle). Le parti dove potete applicare questo trattamento sono le cosce, i glutei, la pancia, i gomiti e le ginocchia, perché questi sono i punti dove si formano maggiormente gli accumuli di cellule morte.
Finito il massaggio sciacquate abbondantemente e utilizzate il vostro bagnoschiuma preferito, per completare la detersione del corpo. Ripetete questo scrub almeno 2 volte a settimana per riscontrare effettivi benefici.
Questo trattamento è ideale, perché nutre la pelle in profondità e garantisce, una piacevole sensazione di morbidezza.
Vi potrebbe piacere la zucca, per preparare tanti trattamenti di bellezza? Se ancora non l'avete provata, non vi resta che iniziare, perché è un prezioso rimedio naturale, per essere più belle.
Buon trattamento.
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La pelle del nostro corpo è molto sensibile e delicata, infatti per questo motivo assorbe con estrema facilità tantissime impurità, che si accumulano formando i depositi di cellule morte. Questa fastidiosa situazione, influisce soffocando l'epidermide e lo fanno apparire, poco luminoso, ruvido e di conseguenza non piacevole al tatto. Per queste problematiche esiste un prodotto che si chiama scrub che sta a significare esfoliare la pelle dalla "sporco". In questa nuova guida dedicata, alla bellezza, oggi vi faremo una confidenza, rivelandovi come preparare un trattamento scrub, utilizzando un frutto gustoso che si chiama papaya. La sua azione esfoliante, permette e garantisce di ottenere risultati sorprendenti.
La papaya è un frutto che contiene tantissime proprietà benefiche, come le vitamine e i potenti antiossidanti che sono ottimi alleati sia per la salute fisica, sia per la bellezza estetica. Vediamo come realizzare il nostro scrub naturale.
Mai più senza papaya!
Scrub per il corpo alla papaya.
Vi occorrono i seguenti ingredienti:
mezza papaya matura
2 cucchiai di sale grosso
La preparazione è semplice e richiede pochissimi minuti. Prendete la mezza papaya, eliminante la buccia e i semi. Mettetela nel frullatore e frullatela, fino a renderla omogenea e soffice. Una volta ottenuto questo risultato, ponetela in una ciotola e aggiungete il sale grosso mescolando con un mestolo da cucina, facendo legare con cura questo ultimo ingrediente aggiunto. Ora sotto la doccia inumidite la pelle del vostro corpo e iniziate l'applicazione del vostro scrub. I movimenti devono essere rotatori e dovete massaggiare la pelle, per circa 5/6 minuti, senza esagerare con la pressione delle dita, altrimenti il sale grosso potrebbe causare delle irritazioni, simili a graffi di unghie. Le zone che potete trattare sono i polpacci, le gambe, i glutei, la pancia e le braccia. Per eliminare i residui sciacquate con abbondante acqua tiepida e procedete usando il vostro bagnoschiuma preferito. Vi consigliamo di ripetere questo scrub alla papaya, almeno una volta a settimana, per riscontrare gli effettivi benefici sulla vostra pelle. Questo tipo di trattamento, oltre a eliminare i depositi delle cellule morte, nutre e leviga la pelle in profondità.
Buon trattamento.
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Molto spesso, quando si decide di voler dimagrire, mettersi a dieta o eliminare dalle proprie abitudini alimentari alcuni alimenti, purtroppo, queste possono non essere le giuste scelte, per ottenere buoni risultati. Sicuramente, la cura dimagrante porta a perdere qualche chilo in eccesso, ma ad essa deve essere sempre associato un pò di movimento fisico, altrimenti non si ottengono risultati concreti. Infatti dovete sapere, che se scegliete di praticare un pò di esercizio aerobico, in questo modo, aiutate il vostro organismo a bruciare i grassi in eccesso e questo vuol dire perdere peso in modo corretto e in più, andate a tonificare il vostro corpo. Se il vostro obbiettivo è dimagrarire, prima di tutto dovete preferire un tipo di dieta ipocalorica, ovvero assumere meno calorie, di quante ne vengono bruciate dall'organismo, durante la giornata. In questa nuova guida vediamo, perché l´esercizio aerobico è l´alleato perfetto, per perdere peso.
L´esercizio aerobico per dimagrire.
L´esercizio aerobico permette di bruciare, una quantità superiore di calorie ed energie, rispetto a quelle che vengono assunte durante l´arco della giornata. Per praticare questo tipo di attività sportiva, non avete bisogna per forza di iscrivervi in palestra e spendere soldi, perché potete, semplicemente indossare una tuta e un paio di scarpe da ginnastica e farvi delle piacevoli camminate tutti i giorni. Dove? In un parco o in un giardino pubblico, almeno un´ora al giorno a passo svelto. Se imparata a praticare l´esercizio aerobico regolarmente , fate del bene al vostro cuore, ai polmoni, al sistema immunitario e al vostro umore. In più, una delle cose più importanti è che questa "disciplina" agisce accelerando il metabolismo e di conseguenza, aiuta a perdere i chili in eccesso, senza richiedere troppo sforzo fisico.
Se volete dimagrire ed essere in una forma fisica, ecco cosa dovete fare, vi occorre solo un pò di impegno, un minimo di costanza e delle buone e sane abitudini.
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Ogni volta che devo tagliare le unghie ad Andrea mi faccio prendere dall'ansia...
Tutte noi sappiamo che le unghie del neonato sono super morbide e super flessibili, quindi la mia preoccupazione di fare danni è più che ragionevole, non pensate?
Tuttavia, come ogni bebè anche il mio tigrotto ha unghie taglienti e i suoi graffi non sono di certo carezze, tutt’altro! Dunque, inutile girarci intorno: le devo tagliare e basta, senza fare molti giri, anche perché il mio bambino ha superato da un pezzo il primo mese di vita e non ho più nemmeno questa scusa per poter tergiversare...
Oggi, però, la signora Rina, l'amica di mia zia Dina, mentre parlavamo davanti a un buon caffè caldo mi ha svelato un piccolo trucchetto per tagliare al meglio le unghie del mio piccolino. Questo trucco è talmente semplice che ci avrei potuto tranquillamente pensare da sola: sarebbe bastato fermarmi un attimino a pensare... Già pensare... un verbo che si allontana da me ogni volta che la mia “amica” ansia fa la sua comparsa.
Per tagliare le unghie ad Andreuccio a parte munirmi di forbicine neonato, quelle con la punta arrotondata per intenderci, ho due opzioni: eseguire l'operazione subito dopo il bagnetto, così che il piccolo risulti tutto bello rilassato, o immergere la sua manina qualche secondo in acqua tiepida. Entrambi i metodi hanno lo scopo di ammorbidire le unghie e di rendere l'operazione più facile per noi mamme.
La signora Rina deve avermi vista un po' imbranata, perché ci ha tenuto a ricordarmi che le unghiette dei piedini si tagliano dritte, mentre quelle delle manine devono essere arrotondate. Che ridere! Mi ha pure raccomandato di non confondermi! Va beh che sono ansiosa, ma non sono ancora così tanto pasticciona e decrepita; stavo per sottolinearglielo, ma poi ho cambiato idea. Del resto, chi se ne frega di ciò che pensa la signora Rina?!
Ad ogni modo ora ho a portata di mano il suo trucchetto per tagliare le unghie al neonato; in sintesi io ci ho guadagnato e con me ci avete guadagnato anche voi!
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Decisione presa! Andrea è ormai un ometto ed è arrivata l'ora di farlo dormire nella sua stanza!
Ovviamente ho visionato solo camerette neonati a regola d'arte e mi sono cimentata meticolosamente nell'arredamento della stanza! Per regalargli una cameretta che soddisfi in pieno le esigenze della sua crescita ho letto di tutto e di più!
Devo dire che il tutto è stato davvero emozionante! Avevo trascurato la stanza del mio piccolino: rimandavo da un giorno all'altro l'importante impegno di occuparmi del suo arredamento... Avevo dalla mia il fatto che Andreuccio dormisse nella sua comoda culla vicino al mio letto.
Ma facciamo qualche passo indietro. Partendo dall'assunto che la cameretta di ogni bimbo deve essere un luogo speciale, pratico e sicuro, ho fatto della stanza del mio bambino un “giardino incantato”; quindi ho deciso di condividere con voi ciò che ho imparato per arredare al meglio questo spazio!
Sono due gli elementi indispensabili per la stanza dei nostri bimbi, quelli di cui proprio non si può fare a meno sono il lettino e il fasciatoio; dunque è importanti sceglierli di ottima qualità!
Dopo il terzo mese il lettino diverrà la dimora fissa dei nostri piccoli, pertanto vale proprio la pena dedicargli molta molta attenzione!
Il consiglio migliore che posso darvi è quello d'investire anche in una cassettiera, possibilmente con rotelle: si tratta di uno spazio utile per conservare biancheria, pannoloni e vestitini. Ancora, è utile avere: un armadio, da adattare internamente con un appendiabiti o con ceste e ripiani; un'immancabile poltroncina bassa, comoda per potersi sedere ad allattare agevolmente; uno scaffale per riporre i giochi. I bimbi, si sa, adorano essere circondati dei loro giocattoli!
Tuttavia, a mio avviso, ogni buona stanzetta ha bisogno anche di ceste in vimini per riporre oggetti da toeletta e giocatoli e di sistemi modulari adattabili alle esigenze del bimbo che cresce.
Ogni elemento che dovrà arredare la cameretta dei vostri piccoli dovrà essere sempre un componete specifico per la stanza dei bambini. I mobili, inoltre, dovranno risultare piacevoli e accoglienti, dal momento che la stanza dei bimbi dovrà essere il nido perfetto per ogni pargolo ed essere in grado di crescere con loro! Che altro dire? Spero proprio d'esservi stata utile!
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Argomento: allattamento. Oggi mi rivolgo alle neo neo mamme e a quelle che ancora lo devono diventare!
Rovistando nel mio cassetto magico, quello stracolmo di vecchi quaderni, è apparso lui, il taccuino che scrivevo quando ero in attesa di Andrea, che meraviglia! Lì c'è un mondo di sensazioni, impressioni, paure... in quel mondo ci sono pagine intervallate da appunti veloci sulla vita futura con il mio bambino.
Ho preso il taccuino tra mani e l'ho aperto in una pagina a caso, titolo: alimentazione in allattamento. Quanti ricordi! È stato a quel punto che ho pensato: perché non condividerli con mie amiche mamme?
L'allattamento, si sa, è fondamentale per la salute dei nostri piccoli, ragion per cui ho deciso di regalarvi i miei piccoli appunti sui cibi da evitare in allattamento e su quelli da consumare.
D'altronde, come ci ha insegnato Feuerbach, “noi siamo quello che mangiamo”, e se la nostra salute è influenzata da come mangiamo, a maggior ragione la salute dei nostri piccoli è influenzata da noi durante il periodo dell'allattamento, o mi sbaglio?!
Adesso bando alle chiacchiere, il discorso si fa serio, ed ecco dunque i miei preziosi appunti.
Dieta allattamento:
cosa mangiare in allattamento: per stimolare una produzione mammaria bella sana è necessario introdurre nella propria dieta il consumo di: quinoa, finocchio, miglio, cumino e malto.
cosa non mangiare in allattamento: per evitare di rendere il proprio latte acido e poco digeribile per i propri piccoli è assolutamente necessario evitare di consumare cibi come: cavolo (tutti i tipi di cavolo), spinaci, prugne e agrumi.
È inoltre molto molto importante ridurre il consumo di tè e quello di caffè.
Questi i miei appunti! Vi giuro che non è così terribile come dieta, anzi! Io mi sono abituata così velocemente da aver dimenticato questo scritto dietetico. Per me è infatti diventato assolutamente normale consumare i cibi amici dell'allattamento ed evitare quelli nemici; a dir la verità l'unico peso è la riduzione del caffè e alcune volte il desiderio di una bella spremuta d'arancia.
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Oggi mi presento in veste di mamma creativa. Ebbene sì, ho abbellito il paralume della stanza del mio bambino! Devo dire che è stata una giornata fantasiosa e più che soddisfacente! Andreuccio era in brodo di giuggiole! Quanti sorrisi mi ha regalato!
Ora vi rivelerò come potete trasformare un semplice paralume in un grazioso accessorio per la stanza delle vostre piccole pesti! Ogni cameretta per bambini, infatti, con un paralume rinnovato diventa più accogliete e piena di calore!
La tecnica per personalizzare il paralume è facile, divertente e molto rapida!
Dovete procurarvi della carta per confezionare regali che abbia disegni e contorni netti.
Una volta scelti i disegni che volete usare per la vostra creazione, sarà necessario calcolare il numero dei disegni utili per ornare il paralume; quindi armatevi di forbici appuntite e ben affilate e cimentatevi a ritagliarli tutti.
A lavoro eseguito, prendete del nastro bioadesivo e applicatene un pezzetto sul retro dei ritagli, poi attaccateli al vostro paralume posizionandoli per bene di modo da ottenere un bell'effetto decorativo! Dopodiché dovete segnare leggermente a matita la posizione dei ritagli, quindi dovete toglierli.
Una volta tolto il nastro adesivo, sul retro di ogni ritaglio, bisognerà spalmare alla perfezione della colla, ma abbiate cura di arrivare fino ai margini di ogni figura (è consigliata sempre una colla in stick). A operazione eseguita, dovete incollare i decori sistemando per bene i ritagli nei punti segnati precedentemente sul paralume. Infine, munite di una pezza di stoffa, dovete lisciare per bene ogni figura di modo da rimuovere alla perfezione eventuali bolle d'aria.
Adesso il gioco è fatto! Anche voi e i vostri bimbi avrete un paralume speciale creato con tutto l'amore e la pazienza di cui solo noi mamme siamo capaci!
Manca ancora un passaggio: dovete andare ad attaccare la vostra meravigliosa creazione nella presa della cameretta dei vostri piccoli. Fatto? Bene! Ora potete portarli a vedere l'opera, vedrete che sorrisi che vi doneranno!
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Ci mancava solo la sesta malattia! Povero il mio patato... Lo so bene che è tutto normale e lo so da me che la sesta malattia è una malattia che rientra tra le infezioni della prima infanzia. Tuttavia, vedere Andrea bollire dalla febbre mi dà il tormento, non posso farci proprio niente... Ha raggiunto i 39 gradi e io ho una paura matta che gli vengano le convulsioni...
La sesta malattia rientra nella rosa delle malattie esentematiche che scompare da sola, ovvero senza l'ausilio dei farmaci, così mi ha detto il pediatra... Questa volta non farò nessuna pazzia: mi sono riproposta di non intervistare proprio nessuno, lo giuro!
In questo piccolo incidente di percorso ho scoperto che sesta malattia e bambini non sono l'unico binomio esitente; infatti c'è il binomio sesta malattia e adulti... Accidenti, spero che il piccolo non mi contagi, anche perché il contagio avviene per via aerea: basterebbe uno starnuto o un colpo di tosse per contagiarmi, e se mi contagiasse come se la caverà lui senza la sua mamma? Mi devo assolutamente calmare.
Peraltro mi rendo conto solo ora di aver scordato di parlarvi dei sintomi della sesta malattia. Febbre alta tralasciando, questa “strega” si manifesta con una brutta eruzione cutanea, proprio come la rosolia, la scarlattina e il morbillo, ed è causata da uno schifoso virus: Herpes di tipo 6, così mi ha riferito il pediatra del mio bambino. Lungo il busto Andreuccio è diventato tutto rosa, poveraccio! Il medico mi ha anche detto che la malattia “esplode” dopo un'incubazione che può durare dai 5 giorni ai 15 giorni.
Non sto facendo l'uccello del malaugurio! Vi sto fornendo tutte le notizie possibili con la speranza che non vi servano!
C'è una sola cosa che voglio ribadire, ma è importante che teniate a mente: non bisogna assolutamente somministrare farmaci ai nostri piccoli, perché essendo la sesta malattia una malattia virale essa si risolve in modo spontaneo. Tuttavia, se proprio la temperatura sale moltissimo si può ricorrere al paracetamolo, ma è sempre meglio evitare e optare per la vecchia e cara borsa del ghiaccio!
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Oggi sono andata a un seminario che parlava di bambini e bilinguismo. Devo dirvi che sono rimasta piacevolmente soddisfatta: sono veramente contenta di aver dedicato la mattinata odierna a un tema così importante!
Eh sì, ho proprio usato l'aggettivo “importante”! Anche io ero scettica in merito, ma scoprire che i bambini bilingue hanno una marcia in più rispetto ai bambini monolingue, ovvero a tutti quei bambini che parlano solo la lingua madre, è stato istruttivo e mi ha aperto la mente nei confronti di un modello educativo che avevo grandemente sottovalutato.
Imparare due lingue comporta infatti per il cervello di ogni bambino una serie di vantaggi. Io ho deciso! Il mio ometto crescerà bilingue! Sarò irremovibile sulla questione: Andrea crescerà imparando due lingue: italiano e inglese.
Gli esperti del seminario hanno illustrato nel dettaglio uno studio molto interessante, pubblicato peraltro in un'importantissima testata: l'International of Bilingual Education and Bilingualism. All'interno di questa ricerca, si dimostra quanto il bilinguismo risulti produttivo per il cervello dei bambini; nel caso in cui si imparino due lingue, infatti, l'encefalo dei più piccoli viene sottoposto a un maggiore allenamento. Il risultato è che i bimbi che imparano due lingue sono in grado di passare agevolmente da una lingua all'altra!
Nei bambini bilingue, quindi, risulteranno notevolmente accresciute sia la memoria a breve termine sia la capacità che permette loro di arrivare prima alla soluzione.
Riassumere tutto il seminario in due righe non è facile e non può essere nemmeno esaustivo, ma vi posso assicurare che crescere i bambini bilingue è una delle scelte migliori che noi mamme possiamo fare nell'atto del vaglio del percorso educativo dei nostri bimbi! Pensate che esistono addirittura dei giochi che aiutano i genitori in questo compito delicato.
Dal canto mio io penso proprio che il gioco valga la candela! Gli effetti positivi del bilinguismo sullo sviluppo cerebrale dei nostri piccoli meritano un impegno in tal senso! Il mio ometto lo merita proprio!
Badate, io non voglio convincervi con queste poche righe, poche e neanche esaustive, voglio però invitarvi a informarvi, a leggere e qualora ne aveste la possibilità a partecipare a dei seminari di formazione, proprio come ho fatto io! Vi si aprirà un mondo, vedrete!
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Inappetenza è il lemma del giorno, o meglio degli ultimi due giorni! Acciderbolina che depressione!
Dovete sapere che il mio piccolo ometto si è beccato nuovamente una brutta influenza, e fin qui è tutto normale, ci sta tutto... Meglio che non ci stia, direte voi, ma ci sta!
Questa volta è stata dura, perché Andrea si è beccato una terribile influenza con catarro e con una tosse orrenda, povera creatura!
Ora è tutto passato e il mio leoncino è ritornato vispo e sano, ma come al solito c'è un però... Andreuccio, infatti, non ha ripreso a mangiare come prima... Mi sono scervellata a cercare di capire come stimolargli l'appetito, ma nulla... non ho trovato nessuna risposta convincente. Testarda come un asino ho allora stressato nuovamente tutte le mamme della mia famiglia, e lì tutte a deridermi, a dirmi di non forzare la mano con il bambino, a pregarmi di stare tranquilla etc etc etc... Insomma tutte perpetravano il solito e noioso chiacchiericcio continuo e monotono che mi angoscia da morire. Avevo l'ansia a mille...
Andrea mangia poco e io voglio solo vederlo ritornare a mangiare come prima, chiedo troppo? Questa la domanda intima che mi facevo continuamente e che mi stava frullando per il cervello... Infatti, pur conscia di essere un pochino esagerata, ho deciso di riportare il mio piccolino dal suo pediatra. Lo so che sono noiosa e testarda, so anche che mi era stato detto in tutte le lingue del mondo ciò che mi ha ridetto anche il medico. Tuttavia io dal pediatra dovevo andarci, ed è stato meglio così!
Il medico, infatti, mi ha semplicemente spiegato che tutte le infezioni possono comportare inappetenza; questo perché danno avvio a una serie di risposte dell'organismo che fanno cambiare rotta alle energie verso i processi difensivi facendo sì che ne risentano i processi digestivi... Povero stomaco del mio cucciolotto! Morale della favola? L'inappetenza del mio ometto è normale e devo semplicemente aspettare la ripresa spontanea del suo appetito! In sintesi devo stare tranquilla! L'unica cosa che posso fare in questo periodo di inappetenza di Andrea è somministrargli sostanze come ferro, vitamine del gruppo B e carnitina. Tutto qui!
Se anche voi state vivendo l'ansia da inappetenza bambini, state tranquille: è tutto normale. Io ci ho impiegato un po' a capirlo, ma ho imparato la lezione!
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Se c'è un “problema” di cui stranamente non mi sono mai preoccupata è quello del rigurgito di latte. Eppure durante i corsi pre-parto le mie compagne di “viaggio” ne erano terrorizzate. Forse le mie innumerevoli letture per una volta hanno sortito il giusto effetto!
Ho veramente tanto di quel materiale sul rigurgito che potrei aprire una bancarella con una bella insegna “tutto sul rigurgito neonato”! Secondo me farei un favore a moltissime neo-mammine!
In tutto ciò la nota positiva è naturalmente che le mie letture da neo mamma questa volta hanno giovato al mio piccolo Andrea. Tutto questo indottrinamento mi ha infatti resa talmente tranquilla da non permettere alla mia terribile ansia da prestazione di disturbare il suo equilibrio.
Ora però voglio condividere con voi quelle che sono le argomentazioni che mi aiutano a rimanere serena:
È inutile preoccuparsi del rigurgito acido del nostro bimbo, perché questo è un fenomeno naturale che colpisce almeno il 50% dei bimbi.
Il rigurgito di latte (ovvero quello di latte, succhi gastrici e saliva) scompare con la crescita, visto che viene provocato dall'incompleto sviluppo del cardias, cioè di quella valvola che impedisce la risalita del cibo!
Di rigurgito possono soffrire sia i piccoli che sono allattati al seno sia quelli allattati al biberon.
Quando il bimbo è allattato al biberon basta allattarlo con il latte antirigurgito. Io oggi per esempio lo avevo terminato. Se capitasse anche a voi, non abbiate alcuna paura: createlo sciogliendo nel latte della crema di riso e il gioco sarà presto fatto!
Se invece state allattando al seno, potete ridurre il fenomeno rigurgito evitando che il vostro bambino succhi troppo velocemente! In entrambi i casi, appena terminato il pasto tenete per alcuni minuti il vostro piccolo in braccio in posizione verticale; vedrete quanto li aiuterà anche questo piccolo accorgimento! Tuttavia, se il rigurgito è associato a un'irregolarità della crescita a cui si accompagna un calo di peso, andate subito dal pediatra: il vostro bimbo potrebbe avere un'esofagite, ovvero un'infiammazione dell'esofago.
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Chissà perché i vecchi rimedi si rivelano sempre i più efficaci! Affermazione banale, vero? Forse lo è o forse no, ma mi frulla in testa da alcuni giorni e per la precisione da quando Andrea ha avuto un noiosissimo singhiozzo!
Noi mamme sappiamo bene che per i nostri piccoli le cause del singhiozzo sono le più disparate. Si va dal pianto al reflusso gastro-esofageo passando per i repentini sbalzi termici. E allora? Allora non ci rimane che aspettare con ansia che quel fastidioso “hic hic” passi del tutto, sperando che accada il prima possibile.
Uffa! Io mi ritrovo a contare i mesi che mi separano dal superamento del primo anno e mezzo del mio ometto! Infatti, il pediatra mi ha detto che una volta superato l'anno e mezzo il tormento singhiozzo del mio bambolotto via via scemerà. Io non vedo l'ora... Il singhiozzo sa essere veramente irritante!
Nel frattempo, per alleviare il fastidio del mio bambino mi sono messa alla ricerca di rimedi per il singhiozzo. Quindi mi sono attivata e ho intervistato tutte le donne della mia famiglia: mamma, zie, nonne, suocera! Insomma, ci sono passate proprio tutte! Non ci crederete ognuna di loro ha avuto un aneddoto sul singhiozzo da condividere con me! Alcuni sono veramente strampalati, altri invece davvero interessanti. Uno in particolare, quello che ho messo in pratica per “curare” il singhiozzo del mio piccolo, funziona davvero!
Ora vi rivelo la singhiozzo terapia che ho adottato e che mi è stata rivelata da mia zia Roberta! Benedetta sia lei e la sua saggezza! In uno degli innumerevoli attacchi di singhiozzo di Andrea, invece di perdere la pazienza, ho tirato forte e verso il basso i lobi delle orecchie del mio cucciolotto, ovviamente senza fargli male, povero angioletto! Non ci crederete ma quello di zia Roberta si è rivelato un metodo rapido e molto efficace; infatti il singhiozzo si è dileguato nel nulla! Io non posso che consigliarvene vivamente la pratica! Provateci e constaterete voi stesse i risultati!
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Io le faccio proprio un baffo all'Emilia paranoica di una famosa canzone! Indovinate un po'? Questa volta è toccato alle croste del naso del mio piccolo Andrea, povero il mio amore e poveri i miei nervi davvero poco saldi!
Ebbene sì, dovete sapere che il mio bimbo si è beccato una brutta influenza, povero tesoruccio mio! Da questa rogna gli sono “germogliate” delle croste dolorose nel naso. Dico dolorose perché piangeva come un disperato a causa di queste orribili crosticine nel naso; si vedeva che stava soffrendo, angioletto mio!
Ovviamente le croste del naso sono il regalino poco gradito lasciato dall'influenza... Eppure una volta passato il malanno, ho lavato con sapone di Marsiglia tutta la cameretta di Andrea, partendo dalle sue lenzuolina per finire con tutti i suoi giochi... Da vera mamma paranoica doc ho disinfettato veramente tutto; è stato toccato ogni minimo angolo: ero convinta che un ambiante “rinnovato” giovasse ad Andrea e che magari, dico magari, senza tutti quei germi in giro le croste del naso avrebbero trovato la strada spianata per andarsene a farsi benedire! Invece no, nulla da fare! Loro erano lì belle accomodate sul naso del mio topo, evidentemente si sentivano a casa!
Povera la mia ingenuità e la mia inesperienza... Per fortuna è accorsa in mio aiuto la suocera migliore del mondo, parlo della mia chiaramente! Venuta a trovare il suo nipotino, lo ha sentito irrequieto e mi ha visto molto preoccupata: non c'è stato neanche il bisogno di dirle il perché, ha capito subito che il problema erano quelle noiosissime croste del naso di Andrea. Senza farmi prediche sui miei numerosi stati d'ansia un po' scomposti, mi ha chiesto se avessi in casa della vasellina. Davanti alla mia risposta affermativa mi ha domandato di portagliela insieme a dei cotton fioc. Io non capivo a cosa le servisse tutto ciò, ma ubbidivo. Che dire? Chiaramente quello è stato il suo armamentario per curare le croste da muco del naso di Andrea!
Con la dolcezza che la contraddistingue ha imbevuto un cotton fioc nella vasellina e lo ha passato delicatamente sotto il nasino del mio piccolo raccomandandomi di ripetere l'operazione per tre volte almeno. Non ci crederete mai, ma abbiamo finalmente scacciato le croste del nasino del bimbo! Ora siamo liberi e felici! Quindi se quest'inconveniente dovesse capitare anche ai vostri piccoli, da oggi sapete cosa fare! Parola di mamma!
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Dilemma pannolini: a me Amleto fa davvero un baffo! Come tutte le mamme che si rispettino anche io ho vissuto l'incubo pannolino, e devo confessare che l'ho vissuto già prima degli esordi da genitrice. Non che dopo la nascita del mio piccolo Andrea le perplessità e le domande siano diminuite... quelle non finiranno mai, perché mai si finirà d'imparare con o senza pannolini ad arroventarmi la testa.
I miei voli mentali prendevano forma dai dilemmi più stupidi, partivano dalla scelta dei pannolini per neonato più adatti al mio futuro pargoletto, passavano attraverso quali pannolini ecologici scegliere per arrivare alla “decisione delle decisioni”, ovvero alla scelta tra i pannolini lavabili e quelli usa e getta. Alla fine io ho optato per i pannolini lavabili, e lo ho fatto perché questo tipo di pannolino non arreca allergie e arrossamenti ai nostri piccoli. In breve questo tipo di panno è un grande alleato contro tutte quelle irritazioni causate dai pannoloni per bebè usa e getta.
A ogni modo, tutto questo giro mentale mi ha portato anche a risparmiare parecchi soldi e a compiere una scelta ecologica che mi riempie d'orgoglio, dal momento che sono una ferrea alleata della sostenibilità! I pannolini lavabili sono infatti un vero e proprio investimento: essendo adattabili a diverse taglie e lavabili permettono a noi mamme di allargarli e di stringerli a seconda delle nostre esigenze, anzi a seconda elle esigenze del nostro piccolo ometto!
In questo rincorrersi di scelte, però, devo confessarvi che il mio incubo più mostruoso era l'odore del pannolino... Per combattere i sentori poco piacevoli ho adottato il trucco della mia dirimpettaia Carlotta: ogni volta che cambio il mio piccolino spolverizzo un po' di bicarbonato di sodio nel suo pannolino, chiaramente non lo spolverizzo direttamente sul suo culetto, a meno che io non gli stia per fare il suo abituale bagnetto. Il risultato è incredibile: il bicarbonato di sodio attenua notevolmente l'odore dell'urina neutralizzandone l'acidità! Provatelo anche voi!
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